SCORRERIE

Il socio Virginio Cupioli, (Tonino), classe 1926, pensionato FS, ricorda aspetti della sua infanzia quando le condizioni di vita erano generalmente modeste, nella circostanza si sofferma su un illegale passatempo che cercava di unire, non senza pericoli, l'utile al dilettevole.

I campi e gli orti coltivati offrivano molte occasioni ai ragazzi di procacciarsi frutta e verdura, che non sempre lavata veniva mangiata sul posto. Ovviamente i coltivatori non erano contenti e protestavano tirando anche sassi.
Carote, finocchi, radicini, fava, carciofi, piselli, meloni, cocomeri, more di gelso e di rovo, tutto costituiva un cibo diverso perché in casa non c'era. Durante le scorrerie negli orti si faceva attenzione di non pestare i seminati per non irritare maggiormente i produttori e alternavano i luoghi per essere più tollerati.

Per arrivare a un filare di uva da tavola dolcissima, sito al di là di una siepe che non si poteva oltrepassare, si usava un bastone lungo con un paniere legato sulla punta, che attraverso un buco nella siepe veniva posto sotto i grappoli di uva matura e con un altro bastone con sulla punta una lama a sega, si tagliava il picciolo del grappolo che cadeva nel paniere.

Si era felici d'inventare ogni giorno qualcosa di diverso, che li portava a spaziare per la campagna in sconfinata libertà, osservare l'evolversi della natura, il volo veloce e radente delle rondini in trasmigrazione che ininterrottamente arrivavano dal sud per giorni e giorni, seguire la nascita e la crescita degli uccellini nei nidi sparsi nei boschi e sugli alberi, la trasformazione dei girini in rane nelle pozze d'acqua, lo sbocciare dei fiori campestri e l'esplosione del verde a maggio, respirare gli odori dell'erba e del fieno e a sera rincorrere le lucciole brillanti nell'etere cosmico.
Magici i giorni per quei bambini fortunati.

Virginio Cupioli