Il Dopolavoro Ferroviario a Rimini, con le strutture polivalenti presenti nelle aree del suo insediamento, di indirizzo sportivo culturale e ricreativo, è da sempre un polo di forte richiamo per tanti soci e cittadini. Associazione che in città, in questi campi, svolge un ruolo rilevante, con radici che affondano al lontano 1927. Addirittura nell'anteguerra, sul piano locale, la sua posizione nella gestione del tempo libero dei lavoratori non aveva uguali. Esercitava un vero servizio sociale, fra i pochi organizzati nella società civile. Annoverava un livello di impianti e strutture di poco inferiore a quello attuale ma calato nel contesto cittadino del tempo dove esistevano poche altre piccole oasi.
Il corso degli eventi bellici conseguenti al secondo conflitto mondiale spazzò via quasi tutto. All'indomani il sito si presentava in un luogo desolato, disseminato da cumoli di macerie, rottami, buche e sterpaglie. Solo dopo la metà degli anni cinquanta, quando gli sfollati avevano finalmente rilasciato l'unica palazzina sopravvissuta al ciclone bellico (quella dove tutt'oggi ha sede la mensa e il circolo bar) il dopolavoro fu riammesso nella sua storica sede.
Si pose allora da parte dei dirigenti DLF dell'epoca, sull'onda dell'anelito pressante della base sociale, il primario, ambizioso obiettivo del ripristino delle strutture che il conflitto aveva annientato, con lo scopo di riportare l'associazione ai fasti del passato. Un piano che si sviluppò con un'alacre, appassionato lavoro, anche volontario, supportato dal lato economico da prestiti ricevuti dalla Sede Centrale (poi restituiti). Processo che si considerò compiuto verso la fine degli anni sessanta, con la realizzazione del Cinema Settebello, che per qualche decennio si rivelò nel suo genere come il più prestigioso cinema cittadino.
Per conseguire le finalità d'istituto, questo processo teso a migliorare e realizzare nuove strutture non si arrestò, sorsero nuovi campi da tennis, compreso una tensostruttura, campi di calcio, il bocciodromo coperto, la sala per biliardi a stecca, ecc. Fino ad approdare alle soglie del nuovo millennio alla realizzazione dell'osservatorio astronomico di Montegrimano, di cui il DLF acquisì la proprietà con il circostante terreno. Una struttura completa, che vanta il più potente telescopio presente fra Romagna e Marche, diventata in poco tempo un punto di attrazione per tanti appassionati e curiosi allo studio della volta celeste.
A questa azione propulsiva il freno venne posto dopo il 2003 con l'imposizione al DLF di un crescente, oneroso, affitto, oltre a tagli di facilitazioni e altri innumerevoli balzelli. Il DLF a Rimini vive oggi una fase critica della sua storia perché alla fine del prossimo anno scade per la sua sede il contratto di locazione. L'auspicio è che nel frattempo sull'affitto con le FS si trovi un equo accordo sul piano economico che permetta al DLF di rimanere, in tutto o in parte, nella sua sede storica. Speriamo vada dissolto quanto prima l'incubo di ritrovarci con il solo osservatorio ad ammirar le stelle.
Giovanni Vannini