ACCADDE

Il socio Benito Colonna, classe 1937, ci racconta come pescatori di vongole, pur di procurarsi un pescato sufficiente, sfidarono con conseguenze fatali zone marittime minate. Qui descrive il quadro dell'avvenimento subito dopo la deflagrazione conseguente al contatto con la mina.

Aldo incominciò a respirare a pieni polmoni. Alle narici un cattivo odore di bruciato. Ruotò su se stesso in cerca dei compagni e in preda alla più grande disperazione cominciò a chiamarli e a nuotare fra i detriti che gli sbarravano il passo, in cerca di chi poteva trovarsi in difficoltà. Non ricevendo risposta, pianse con il cuore pieno d'angoscia e gridò tutta la sua disperazione.

Si rifiutava di accettare l'evidenza: non possono essere tutti morti, no, mio Dio, no.... Era ormai preda del delirio, quando vide spuntare una testa dall'acqua e come d'incanto gli tornarono le forze e la speranza. Con quattro bracciate lo raggiunse. Era Giovanni, l'amico che era in barca con lui che al momento dell'esplosione si trovava vicino a suo fratello Tini, proprio sopra la mina. Giovanni gridò Aldo con la voce rotta dal pianto.

L'amico non rispondeva, era mezzo morto. Con la bocca sott'acqua e le mani aggrappate a un pezzo di legno, ultima spiaggia per la salvezza, nell'incoscienza istintivamente non mollava la presa. Aldo lo trasse a sé e incominciò a nuotare verso la riva. Si rendeva conto che ormai Tini e tutti gli altri della seconda barca erano morti. Era confuso nuotando verso l'imbarcazione che stava portando soccorso. Si aggrappò con tutte due le mani alla sponda e mentre i soccorritori lo tiravano su, svuotato di ogni forza con dentro il petto un immenso dolore, si lasciò andare a una sorta di svenimento, certo ormai di averla scampata. Di sei uomini degli equipaggi che erano partiti due erano rimasti vivi.

Il gruppo di sommozzatori della Capitaneria di Porto di Rimini, che intervenne facendo diverse immersioni, recuperò le salme di tre pescatori deceduti. Purtroppo quello di Emilio Venturini non fu mai ritrovato. Dopo l'incidente la Capitaneria di Porto, per non ostacolare il lavoro di sminamento da parte dei sommozzatori che fino a quel momento avevano già disattivato 65 mine, raccomandò ai pescatori di svolgere il proprio lavoro in altre acque più sicure.

Le spoglie mortali di Pietro Conti sono al colombaro n. 7 - fila seconda - galleria ovest. Le fotografie di Bruno indicando la zona sud del porto canale di Rimini. Biagini 1929-1946 e Emilio Venturini 1909-1946 sono affratellate nel cimitero di Rimini nella tomba in cui vi sono i caduti vittime del mare, accomunati dallo stesso destino. Una scritta recita: Tu che passi, arrestati un istante. I loro corpi, prematuramente dormono negli abissi, ma qui ne resta la memoria a onore dei morti, a conforto dei vivi.

Benito Colonna