IL BOOM DELL'ESTATE

La spiaggia, spazio di confine tra terra e mare, tra civiltà e natura, fu per lungo tempo guardata con disinteresse, o peggio con diffidenza e timore; dopo tutto da lì potevano sbucare i pirati in ogni momento. Ma nella seconda metà del Novecento improvvisamente le rive del mare si trasformarono in un grande laboratorio a cielo aperto per nuovi comportamenti sociali e per una nuova morale.

La manipolazione del corpo proprio e altrui con l'uso delle creme abbronzanti, la sua esposizione agli sguardi, la facilità degli incontri, delle relazioni, degli amori, fece sì che in spiaggia fosse tutto nuovo e tutto diverso. Le tradizionali regole della morale e dei rapporti tra i sessi non poterono nulla in un contesto così particolare. I costumi da bagno si ridussero sempre più, stagione dopo stagione, anche quando sembrava che non ci fosse più nulla da ridurre.

Tutte le canzoni di maggior successo di quel periodo raccontavano in mille varianti la stessa storia: il piacere dell'abbronzatura, i flirt dell'estate, i cori di sera sulla spiaggia, le serenate, gli ultimi baci, gli addii e le lacrime di chi non si sarebbe rivisto per un anno. Comincia Mina nel 1959 con Tintarella di luna e poi non ci si ferma più. Nel decennio successivo ci attendono: Legata a un granello di sabbia cantata da Nico Fidenco, E la chiamano estate - Bruno Martino, Stessa spiaggia stesso mare - Piero Focaccia, Una rotonda sul mare - Fred Bongusto, Bandiera gialla - Gianni Pettenati, Luglio - Riccardo del Turco e Edoardo Vianello che spopola con Pinne, fucile ed occhiali e Abbronzatissima e a furia di cantare ci scappa anche qualche capolavoro: Sapore di sale di Gino Paoli o Azzurro di Celentano, una canzone dove il mare è solo evocato eppure quanto mai presente nella solitudine cittadina (lei è partita per le spiagge e sono solo quaggiù in città).

Duilio Ganzaroli