MILLE E NON PIÙ MILLE

Un giorno, discutendo con un collega sulla fine del secondo millennio e di quello che si diceva in giro, mi sono ricordato di aver letto da qualche parte quello che la leggenda ci tramanda sulla fine del primo millennio. Ve lo voglio raccontare.

L'avevano annunciata i profeti, da una leggenda inventata a posteriori, che la notte fra il 31 dicembre 999 e il primo gennaio dell'anno 1000 il mondo sarebbe sprofondato per l'arrivo del giudizio universale. Tutti ci avevano creduto e si erano preparati all'evento in un'attesa spasmodica. Le chiese si erano riempite di fedeli e i confessionali traboccavano di pentiti.

Dai pulpiti i predicatori tuonavano contro le miserie del mondo di qua per magnificare le gioie di quello di là. Si pregava nelle chiese, nelle case, per le strade. Chi possedeva una reliquia la teneva nascosta e la mostrava solo agli amici.

I moribondi, sperando di guadagnarsi un cantuccio in paradiso, donavano i loro averi alla chiesa. Gli assassini si costituivano, i ladri restituivano la refurtiva, i servi non facevano più la cresta sulla spesa, i nemici si riappacificavano, moglie e marito si perdonavano le reciproche infedeltà. Si dice addirittura che i lupi pascolassero con gli agnelli e i cani giocassero con i gatti e questi con i topi.

La notte di San Silvestro i romani, con il capo coperto di cenere, si ammassarono davanti al Laterano impugnando rosari e croci e cantando i salmi. Da due giorni era stato indetto un digiuno generale. Il 31 dicembre il papa Silvestro II si affacciò da una finestra del palazzo apostolico per impartire l'estrema benedizione.

Quando scoccò la mezzanotte tutti si fecero il segno della croce. Era una notte limpida con la luna che splendeva. Le trombe del giudizio che annunciavano l'apocalisse non suonarono, la terra non sprofondò. All'alba, stremati dalla veglia e dal digiuno, tutto tornò come prima. Le donne ricominciarono a tradire i mariti e viceversa, i ladri a rubare, gli assassini ad ammazzare e i lupi a sbranare gli agnelli. I veggenti seguitarono a compilare oroscopi e il popolino a crederci.

Questa rappresentazione era certamente molto suggestiva, ma di pura fantasia. Forse ci sarà stato qualcuno che disse addio al sole del 31 dicembre con la convinzione di non rivederlo più, ma fu sicuramente un caso isolato. L'indomani fu un giorno come tutti gli altri, con vizi e virtù che sono stati tramandati fino ai nostri giorni. Noi speriamo nel terzo millennio e... che Dio salvi le Ferrovie!

C.S. Sup. Pompilio Parzanese