APPENA APRIVI BOCCA TI LOCALIZZAVANO

Sono un riminese nato nel Borgo San Giuliano (da ragazzo quando si diceva Borgo si intendeva solo quello di San Giuliano). Nel Borgo si parlava esclusivamente dialetto riminese. Non faceva nessuna differenza sentir dire: Zenta o Zeinta, Pieda o Pida, Purazi o Puraci, Cassun o Casciun. La piccola diversità di esprimersi - di qualcuno - era piacevole e dava modo di individuare la sua località di provenienza (Bellaria, Santarcangelo, Riccione, ecc.).

Oggi, purtroppo, non si parla più il dialetto con il rischio che la lingua plasmata nel corso dei secoli, ricca di originalità, espressioni, vivacità, scompaia per sempre. Con la perdita del dialetto andrebbe persa una cultura che si è espressa anche in opere letterarie, canzoni, poesie, opere teatrali. Che fare per evitare che il dialetto scompaia per sempre? Da un lato dare più fiato a coloro che mantengono accesa questa fiammella, ma soprattutto rilanciare, nei giovani, la moda del dialetto.

Duilio Ganzaroli