UNA PROVA DIFFICILE

Il socio Luciano Caldari, membro attivo del gruppo Podistico DLF, come è sua consuetudine ci relaziona sulle sue più recenti partecipazioni a iniziative podistiche.

Il numero delle mie maratone, negli ultimi tempi, è solitamente di quattro all'anno: due nella stagione inverno/primavera e due nel periodo autunnale. Quest'anno per vari motivi è saltata la maratona invernale e così, dopo aver preso parte nella prima domenica di maggio a quella di Barchi insieme a Saponi Simone, ho cercato di recuperare iscrivendomi a una maratona prevista prima della pausa estiva.

Pur conoscendone le difficoltà, la scelta è caduta su quella del Lago di Suviana, bacino artificiale situato nell'Appennino bolognese, formatosi dopo la costruzione di una diga iniziata nel 1928 e terminata nel 1935. La diga venne costruita dalle Ferrovie dello Stato per alimentare con le acque del lago una centrale idroelettrica e fornire energia alla nuova linea ferroviaria Bologna-Firenze (la cosidetta Direttissima). Oggi la produzione di energia è marginale per la costruzione in tempi più recenti, di una nuova centrale.

Il giorno della gara non ero in buone condizioni in quanto nei giorni precedenti un attacco influenzale mi aveva debilitato e impedito di prepararmi in modo adeguato e ciò non mi rendeva tranquillo, visto anche le notevoli asperità del percorso. Dubbioso sulla partecipazione fino a poco prima della partenza, ho optato alla fine per il sì. Ore 9.00 partenza maratona, cielo molto nuvoloso, temperatura ideale con circa 13° ma con presenza di un vento fortissimo con rischio temporale.

I canonici 42,195 chilometri erano spalmati su di un circuito da percorrere due volte. Questo in una gara di maratona sotto l'aspetto psicologico non è il massimo della tranquillità, in quanto il transitare a metà gara sotto il traguardo induce a volte a brutti pensieri specie se non si è al massimo della forma, avendo visto già tutta la durezza del percorso. Questa caratteristica mi era però già nota e quindi ero in qualche modo preparato. Quello che invece non sapevo era il fatto che sì il circuito era da ripetere due volte, ma avendo questo la forma grosso modo di un otto, il punto di unione delle due parti che formava il numero era il traguardo, quindi sotto l'insegna dell'arrivo non si transitava solo una volta, bensì tre! Una vera mazzata!

Un aspetto non proprio ideale è quando nella competizione è prevista anche la gara della mezza maratona, con il percorso per una parte notevole comune. Ci si trova così a correre con podisti che non procedono con il tuo passo in quanto hanno da percorrere la metà della tua distanza e si rimane quindi disorientati dalla loro andatura. Se a questo si aggiunge che il numero dei maratoneti non sia alto e quello dei partecipanti alla mezza maratona sia maggiore, succede che al momento in cui avviene la separazione delle due gare ci si trovi spesso totalmente da soli!

Tutto ciò a Suviana si è verificato in maniera vistosa. La seconda parte della gara l'ho corsa in totale solitudine e spesso in ripidi tornanti che portavano al culmine delle varie cime, su stradine dall'aspetto poco più di sentieri, immerso in una fitta vegetazione.

Volgevo lo sguardo davanti e dietro di me e non riuscivo a scorgere la presenza di altri partecipanti, balenandomi anche il pensiero di avere in qualche modo sbagliato strada! Malgrado una certa esperienza nella gestione di una maratona, la non buona preparazione fisica e le difficoltà superiori a ogni aspettativa hanno reso così la mia 65a volta un'uscita che non dimentico!

Questa esperienza insegna e ribadisce due principi importanti. Il primo è che nella gestione di una maratona l'aspetto psicologico riveste un'importanza notevole e spesso diventa fondamentale per riuscire a portare a termine la corsa; il secondo riafferma che senza un allenamento adeguato è molto difficile riuscire a ottenere il risultato atteso, sia che fosse vincere la gara o semplicemente giungere in buone condizioni al traguardo.

Con la disputa della StraRimini dello scorso mese di maggio, Saponi Simone si è portato in testa nella classifica competitiva del nostro gruppo. Posizione da difendere nelle due restanti gare autunnali del calendario MVM.

Per la serie anche i Capi Gruppo diventano nonni, questa volta è toccato al nostro Massimo Bologna e alla consorte Nicoletta. A fine giugno infatti Alessia, la loro figlia, ha dato alla luce Giada alla quale porgiamo un dolce benvenuto tra noi. A tutti auguri e felicitazioni!
Buona camminata e buona corsa a tutti!

Luciano Caldari