Il socio Virginio Cupioli (Tonino), classe 1926, ricorda come nell'anteguerra, gli anni della sua gioventù, fossero impostati nella società, in linea di massima, i rapporti fra individui.
Nei rapporti la convivenza e il comportamento dei giovani era subordinato al rispetto delle regole impartite a scuola. Gli anziani avevano la precedenza in ogni circostanza, i giovani dovevano parlare solo se interloquiti, nei tram, nei luoghi pubblici e anche in privato, non potevano sedere se c'era un anziano in piedi, se seduti dovevano alzarsi e cedere il posto, il rispetto veniva praticato, chi non si adeguava veniva maltrattato a parole e in qualche caso poteva ricevere un ceffone. Fra le persone l'etica del galantomismo regolava le relazioni. La parola data veniva rispettata e gli impegni mantenuti a costo di qualsiasi sacrificio. Le personalità emergevano, sono il tal dei tali, ciò costituiva garanzia, l'onore del nome soprattutto.
Le porte delle case erano aperte, rari i furti, i prezzi delle merci controllati, un soldino aveva in merce il controvalore di un soldino. Un macellaio aumentò una volta il prezzo della carne, il cliente protestò presso le autorità politiche del Comune, nel negozio si presentò un inviato che disse: Perché t'è crisù la cherna? (perché ai cresciuto la carne?). Questa l'è una vaca piò bona (questa è una vacca più che buona) rispose. Agn gli cred (non ci credo) e gli mollò due schiaffi, dicendo: Per sta volta e basta i sé, se tal fe ancora at faz ciud! (per stavolta basta così, se lo fai ancora ti faccio chiudere). Il macellaio poteva reagire aveva i coltelli, ma fu saggio, seppe trattenersi, si tenne le sberle e imparò la lezione.
Nei locali pubblici, osteria, bar, caffé, erano esposti cartelli con la scritta: Vietato bestemmiare, vietato il turpiloquio. Per l'igiene non sputare per terra. Nei corridoi delle scuole, negli uffici pubblici, nelle sale d'attesa degli studi professionali e delle stazioni, erano piazzate delle sputacchiere contenenti uno strato di sabbia, polvere di calce o altro, il cui coperchio si apriva pigiando il piede su una pedana che veniva usata all'occorrenza. A fianco della porta d'entrata delle abitazioni, vicino a terra, erano fissate al muro delle lamiere che servivano a pulire le suole delle scarpe prima di entrare a casa, essendo le strade in caso di pioggia melmose e fangose, inzaccheranti le calzature.
Virginio Cupioli