Il Socio Gianfranco Samorini, allenatore di calcio, ferroviere in pensione, suggerisce agli adolescenti che intendono avviarsi alla più popolare e diffusa fra le discipline sportive, il gioco del calcio, utili indicazioni di comportamento. Una sorta di vademecum.
Si deve operare nel collettivo della squadra, cioé mettersi al servizio dei compagni, non considerare le proprie abilità personali come esclusiva condizione per diventare buon calciatore. Si deve sapere manovrare la palla con tutte le parti del corpo, dribblare sul posto e in movimento, frontalmente all'avversario e di fianco, soprattutto si deve eseguire questi gesti tecnici a differente velocità. Si deve saper giocare a testa alta, sorvegliando costantemente le posizioni mutevoli della palla, dei compagni e degli avversari. Si deve essere abili nello smarcamento, ossia dove, quando e come smarcarsi.
Si deve essere abili anche nel gioco senza palla: movimenti combinati, corse in sovrapposizione, scatti diagonali, azioni incrociate, movimenti di allontanamento palla. Si deve fare attenzione al gioco per tutti i minuti di gara, senza mai perdere la concentrazione. Si deve mantenere un buon livello di rendimento, sia che la squadra vinca sia che stia perdendo 5 a 0. La caratteristica più importante in un giocatore è la destrezza, che significa essere al posto giusto al momento giusto, adeguandosi a situazioni improvvise, prendendo immediatamente decisioni e scegliendo la tecnica più opportuna.
Si deve saper accettare i suggerimenti e i consigli dei tecnici per eliminare i difetti. La presunzione è un grave handicap. Il calciatore moderno deve essere capace di interpretare ogni ruolo, essere cioè un giocatore universale. Altra caratteristica del buon giocatore è la velocità, unita alla capacità di cambiare ritmo durante la corsa. Questo però non è tutto, i giovani talenti per affermarsi debbono possedere altre virtù: costanza, volontà, modestia, condotta ordinata, perseveranza, spirito di sacrificio e capacità di osservazione.
Gianfranco Samorini