UN PATRIMONIO IN DISSOLVIMENTO

Sfogliando i giornali e soffermandomi sulla cronaca locale avviene spesso di imbattermi in notizie che riguardano il patrimonio immobiliare FS che, fino a circa dieci anni fa, nella nostra provincia era notevole, ma che negli anni successivi si è gradualmente assottigliato. Questa circostanza ha avuto il suo inizio in coincidenza con l'incarico ad amministratore delegato alla testa di Metropolis SpA, società delle Ferrovie che controlla e gestisce i beni immobiliari, del concittadino Mauro Moretti che da allora, fine anni novanta, ha caratterizzato tale società per un'estesa politica di dismissioni e vendite del patrimonio FS, con il fine ultimo di contribuire a sanarne i bilanci.

Compito, assieme ad altri, assolto in modo esemplare con validi risultati, tanto da rimanere, poi, ininterrottamente ai vertici del Gruppo FS a prescindere dal colore dei governi che si sono succeduti. Per inciso l'ingegnere, che vanta un passato di dirigente sindacale nella Filt/CGIL, è stato insignito dalla locale sezione del Rotary Club, durante una sontuosa cerimonia tenutasi al Grand Hotel, proprio quest'anno il 13 febbraio, di una loro prestigiosa onorificenza riservata ai riminesi che emergono e si sono distinti a livello nazionale.

Negli anni in questione nel nostro comprensorio vi è stata inizialmente la vendita di numerosi appartamenti e di caselli ferroviari. È toccato poi alle due storiche colonie marine già Opafs (Opera di previdenza e assistenza Ferrovie dello Stato). Quella di Riccione, nata nel 1923, è stata acquistata nel 2001 dall'imprenditore Attilio Cenni. È notizia recente che dopo l'estate saranno avviati i lavori per trasformarla in un albergo a quattro stelle. L'altra, la colonia Roma di Bellaria, era stata ceduta nel 2000 al costruttore Italino Mulazzani, risaliva al 1930, era chiamata la colonia del Duce per la forma a M ed era dotata, fra l'altro, di un parco di 22.790 mq.

Sempre nel quadro delle dismissioni vi è stata poi la cessione al Comune di una parte dello scalo antistante la stazione ferroviaria, che ha consentito, se non di decongestionare, almeno di alleggerire il traffico in un nodo cittadino nevralgico. Pochi mesi fa, nel dicembre 2010 - gennaio 2011, vi è stato il ripetuto tentativo, andato a vuoto, con bando di vendita delle aree FS che fanno corona alla stazione ferroviaria comprese lungo via Monfalcone e via Roma, anche quelle DLF. Il pericolo, per ora scongiurato, rimane comunque in atto.

Ultimamente si è accentuato lo stato d'allarme delle maestranze ferroviarie dell'Officina GR di via Tripoli dove si è preoccupati per la conservazione del posto di lavoro, anche se l'Azienda, per ora, sembra garantire gli attuali livelli occupazionali. Si teme però che una parte dei fabbricati dell'impianto possa essere alienata.

Non sembra, invece, aver ricevuto dai media locali un'adeguata risonanza la notizia dello sfratto imposto dalla Società FS all'associazione dei treni storici dell'Emilia Romagna, atto giustificato con le intenzioni di vendita del Deposito Locomotive. Perdono casa così le locomotive storiche, rotabili e reperti d'epoca che dovranno giocoforza trovare collocazione in altre stazioni atte a ospitarli. Costituivano, durante il periodo estivo, un irresistibile richiamo per tanti villeggianti e appassionati. Analoga situazione ha riguardato il gruppo Fermodellismo che ora, per i propri plastici ferroviari, è alla ricerca di una nuova idonea sistemazione.
Un processo, come si vede, ancora in movimento, di cui avremo modo di parlare ancora.

Giovanni Vannini