I CONTI TORNANO?

Come ogni fine anno è tempo di bilanci. Ognuno di noi valuta quanto ha potuto realizzare e a cosa invece ha dovuto rinunciare, in famiglia, con gli amici, sul lavoro. Avere la possibilità di scegliere ci dà un forte senso di libertà. Al contrario chi si trova in condizione di non poterlo fare vive in un senso di precarietà e di frustrazione. Sono molte le famiglie che, malgrado gli sforzi profusi, vivono con il sentimento di non farcela, di non poter vivere con la serenità alla quale aspirano.

Fra di loro sicuramente troviamo quelle che non dispongono di un reddito sufficiente per sbarcare il lunario. Famiglie con situazioni precarie che oscillano dalla disoccupazione al lavoro su chiamata, all'impiego temporaneo, al programma occupazionale sovvenzionato dallo Stato. Per far fronte alle spese ricorrenti, sempre più persone e famiglie, pur nel rispetto del principio di fare il passo secondo la gamba, si indebitano.

Le occasioni allettanti per cadere nella spirale dell'indebitamento sono molte. Si acquista a rate, si firmano contratti leasing, si utilizzano differenti carte di credito, si fa ricorso a nuovi piccoli crediti per far fronte ad altri debiti giunti a scadenza. Il sovra-indebitamento non risolve nulla, anzi spinge verso l'emarginazione e l'esclusione, rendendo ancora più difficoltoso il reinserimento professionale e sociale.

Cosa fare? Illudersi di sanare le fondamenta di una società orientata al consumismo? Educare le persone a non desiderare le cose che non si possono permettere? Lasciare che ognuno si arrangi assumendosi le proprie responsabilità? Irrigidire gli strumenti e le normative che disciplinano il settore dei prestiti?

Con ogni probabilità è necessario agire su più fronti. Con la prevenzione, informando le giovani coppie sulle insidie del prendi oggi e paghi domani e intervenendo con programmi specifici in ambito educativo, familiare e scolastico. A livello legislativo, pretendendo una maggiore trasparenza e in particolare combattendo la pubblicità subdola e ingannevole. Con la presa a carico di coloro che sono caduti nella trappola dell'indebitamento e non riescono a uscirne da soli, assicurando loro un'adeguata consulenza per sottrarsi alla morsa dell'insolvenza.

Una società moderna come la nostra deve poter mettere in campo risorse adeguate per realizzare quanto indicato, anche perché, occorre ricordarlo, il maggior creditore delle persone e delle famiglie indebitate è solitamente l'ente pubblico. È infatti ampiamente dimostrato che chi si trova in difficoltà finanziarie tralascia per prima cosa il pagamento delle imposte, dell'assicurazione malattia e di altri contributi dovuti.

Duilio Ganzaroli