L'INIZIO DEL PERCORSO

È scomparso di recente il caro amico Tonino Milano. In suo ricordo pubblichiamo questo scritto da Lui stesso definito prologo al suo percorso di vita e testimonianza di vicinanza, fin dai primi passi, a quel mondo ferroviario che sarebbe diventato in seguito e per lungo tempo anche il suo.

Ho trascorso la mia vita dalla nascita, nel 1926, con la mia famiglia in una villa di viale Tripoli, fino a quando la tremenda guerra l'ha distrutta, costringendoci allo sfollamento per un intero anno nelle campagne di Vergiano, come è accaduto per la maggior parte dei riminesi, fino al termine della guerra!

Nel retro della villa disponevamo di un vasto orticello e sul davanti di un bel giardino, vanto e cura di mio padre ferroviere che vi dedicava buona parte del suo tempo libero. Fuori dal cancello un grosso platano, tutt'ora esistente, ci ha visti crescere e giocare alla sera, in attesa del ritorno del babbo, per il rituale bacino e quindi di corsa attorno alla tavola che quella santa di mia madre aveva allestito per la cena.

A questi teneri ricordi non posso mancare di commuovermi. A quella cara mamma che ci ha dedicato l'intera esistenza, ricevendone soltanto il nostro grande affetto. Dopo cena, nelle calde serate estive, assieme agli altri coinquilini, i genitori s'intrattenevano a chiaccherare, mentre noi bambini ci divertivamo a rincorrere le lucciole che illuminavano l'atmosfera del cielo stellato, allietato dal canto dei grilli, cose ora completamente scomparse.

Nei pomeriggi con gli amichetti scorrazzavamo per strada con quei carrettini fatti in casa con le ruotine dei cuscinetti a sfera, cosa che ora non sarebbe più possibile per il gran traffico di automezzi. A pomeriggio avanzato la sirena delle vicine Officine Locomotive Ferroviarie annunciava l'uscita degli operai che, lungo il viale, facevano rientro in famiglia nelle vicine case dei ferrovieri (palazzoni).

Quegli stessi ferrovieri che la domenica frequentavano il circolo del Dopolavoro Ferroviario, oppure il gioco delle bocce proprio accanto casa nostra. A sera, seduti fuori dal bar, fra un bicchiere e l'altro di genuino sangiovese, davano inizio a canti locali e anche lirici, accompagnati da chitarre, mandolini, fisarmoniche. Uno svago da semplici lavoratori.

Tonino Milano