IL PRIMO BOMBARDAMENTO

Il socio Benito Colonna (Toni), classe 1936, ci racconta, come visse il primo devastante bombardamento aereo subito dalla città nell'ultima guerra. Questo drammatico evento provocò, nel periodo bellico, il più elevato triste bilancio di vittime e rovine. Per la tragica rilevanza di questa vicenda abbiamo, su queste pagine, già raccolto in passato le testimonianze dirette di altri due nostri collaboratori: Vito Milano e Vinicio Vergoni.

Anche se ero ancora piccolo, ricordo il giorno del primo bombardamento su Rimini: lunedì 1° novembre 1943. C'era un bel sole, la gente era occupata nelle proprie attività quotidiane. Non s'aspettava che la nefasta sorte si abbattesse sulla città, tantomeno in una giornata così bella, che induceva ancor più ad amare la vita. Sfortunatamente per molti sarebbe stata l'ultima visione.

Aerei dalla doppia coda volteggiarono a lungo nel cielo segnandolo con bianche scie di fumo. Molti, a naso in su, guardavano curiosi chiedendosi il significato di quella strana manifestazione. Ben presto si sparse la voce che erano segnalazioni per la popolazione civile: dovevano mettersi al riparo in quanto era imminente un bombardamento. Iniziò un fuggi fuggi generale: ma dove andare?

I più non sapevano cosa fosse un bombardamento. Alcuni non si curarono nemmeno di cercarsi un riparo e purtroppo le conseguenze non si fecero attendere.

Era trascorso poco tempo da quando i veicoli che avevano fatto le segnalazioni se ne erano andati quando dal mare arrivarono tre formazioni di sei grossi aerei ciascuna. Iniziarono i bombardamenti, erano le 15.45. Sganciarono il loro carico di morte, poi ritornarono verso il mare svanendo nel nulla.

È da presumere che ogni squadriglia avesse un proprio bersaglio. Parecchie furono le bombe sganciate sulla città colpendo, fra l'altro, via Roma e la Stazione ferroviaria provocando 92 morti e 142 feriti. Altre finirono a monte della stessa e altre ancora non lontano da casa mia, precisamente alla Sacramora, di fronte all'osteria Vanein, aprendo enormi crateri che fortunatamente non causarono vittime.

Benito Colonna