IN RICORDO DI ALCUNI CARI COLLEGHI FERROVIERI

Anche se gli anni erano tanti, inaspettatamente il cav. Vincenzo Salvi ci ha lasciato.
Lo ricordo con stima, riconoscenza e come simpatico amico e collega in Officina G.R., quando era operatore ai controlli con gli ultrasuoni. Lavoro che tanto amava, le cui esperienze tecniche trasmise con passione ai colleghi più giovani.

Mi piace ricordarlo quando narrava episodi della sua vita durante l'ultima guerra, in particolare del periodo di prigionia trascorso in Germania, dove era stato assegnato a lavori in campagna per essere d'ausilio ai contadini di quelle lontane terre.

Come ferroviere partecipò a quel periodo epocale che segnò il trapasso dalla locomotiva a vapore a quella diesel-elettrica, che fece dell'Officina di Rimini uno dei principali e specializzati centri riparatori della rete ferroviaria.

Nell'Officina, con la preparazione degli studi conseguiti, diede un valido contributo ad una efficiente organizzazione con la creazione anche di nuovi reparti.

Una nota dolente si verificò nel lontano 1991, ripresa anche dalla stampa locale, quando fummo chiamati davanti ai giudici, quale gruppo dirigente, per discolparci di reati mai commessi, tirati in ballo per l'impiego di presunti prodotti nocivi usati nelle lavorazioni. Il giudice ci mandò tutti assolti. Ma prima quanto penare, quante corse all'Avvocatura di Stato a Bologna a cui era stata affidata la nostra difesa.

Ora sei in Cielo simpatico e sagace amico. In me il tuo ricordo si lega a quello del cav. Ezio Balducci, anche lui guida per tanti di noi della nostra vita professionale all'Officina, che ci ha trasmesso esperienze e conoscenze, lasciando così come hai fatto tu un'impronta indelebile che vi accomuna.

Un reverente pensiero corre anche a tutti i ferrovieri deceduti in servizio, in particolare a quelli che persero la vita per ricostruire l'Officina, distrutta nell'infame ultima guerra. Lavoratori che si prodigarono in ogni modo nella consapevolezza di continuare a dare una prospettiva di lavoro a tanti riminesi.

Giancarlo Buda