QUALI PROSPETTIVE?

Quello che da tempo si paventava si sta realizzando: le aree del Dopolavoro Ferroviario di via Roma, il cui insediamento risale al lontano 1927, sono state poste in vendita. Purtroppo in questo siamo stati facili profeti: era un pericolo annunciato!

Anche se in questi ultimi anni, sulla scorta delle notizie trapelate, era sembrato che solo due forze fossero in campo per contendersi l'acquisto: l'Associazione Nazionale del DLF e il Comune di Rimini.

La prima perché ha acquisito, o lo sta facendo, la quasi totalità dei Dopolavori Ferroviari sparsi per il Paese. Ne sono rimasti fuori, per veto FS, circa una dozzina e sono i DLF inseriti in aree di servizio ferroviario situati all'interno di Stazioni, oltre qualcun'altro, fra questi il DLF di Rimini.

L'Amministratore Delegato delle Ferrovie, il concittadino ing. Mauro Moretti, fratello dell'ex sindaco Marco, aveva infatti avviato da un paio di anni una trattativa con il sindaco, dott. Alberto Ravaioli, per la cessione di aree FS, fra le quali quelle del DLF. Questa trattativa però si è arenata. Per ragioni d'importo di spesa? Pensiamo proprio di sì! Il nostro Comune, come tanti altri, denuncia da tempo penuria di risorse.

Da voci ufficiose si è appreso che questa trattativa ha incontrato difficoltà per i cavilli e le garanzie richieste dal Comune, quali: bonifica delle aree rispetto alla presenza di eventuali ordigni bellici ancora interrati dal secondo conflitto mondiale; bonifica da eventuali oli combusti probabilmente presenti nel terreno dell'ex deposito locomotive; verifica di eventuali vincoli e di quale tipo, posti sulle aree da parte della soprintendenza ai beni archeologici, per la probabile presenza del porto romano e altri reperti, ecc.

Per altro chiunque vada ad acquistare, impegnando notevoli capitali con base d'asta 25 milioni di euro, vorrà garanzie e risposte preventive ad alcune delle succitate incognite. Vi è poi la posizione del Comune che recita un ruolo di primaria importanza sulla destinazione d'uso dell'intero complesso.

Alla luce di questa nuova situazione non sappiamo, al momento, quali misure intenderà o potrà adottare il titolare del contratto di locazione, cioé l'Associazione Nazionale DLF, per impedire o limitare la dissoluzione del nostro DLF.

Non sappiamo inoltre se e come vorrà tutelare il Comune di Rimini le aree in questione che non sono un contenitore vuoto ma che sono diventate, nel tempo, servizi a favore della collettività, in particolare del centro storico, per la promozione di attività legate al tempo libero.

La nostra Associazione ha per ora un contratto di locazione in scadenza nel 2015, una limitata tutela e con problemi non da poco per i contratti di sub-locazione che nel frattempo andranno in scadenza. Siamo per ora trepidanti spettatori con la speranza che non venga dissipato un patrimonio che generazioni di ferrovieri hanno contribuito a creare per la città.

Giovanni Vannini