Il socio Virginio Cupioli (Tonino), classe 1926, rivangando il campo dei ricordi della sua gioventù ci parla di una trappola per uccelli, detta "luviera", ai suoi tempi ampiamente diffusa. Il socio è autore di una pubblicazione privata che ha denominato "L'Albero della Scala".
Nelle botteghe erano in vendita le così dette luviere, piccole trappole in filo di ferro con un porta lusinghe e una molla che scattava come una tagliola sull'incauto uccellino. Dopo essere stata predisposta con l'esca, veniva coperta leggermente con terriccio fine e nascosta alla vista, nell'approntarla a volte scattava fra le dita e faceva male.
Tutti i ragazzi mettevano le luviere, anche Tonino le approntava prima di andare a scuola. Al ritorno trovava sempre qualche passero o pettirosso morto nella trappola per il forte scatto. La madre li spennava e li cucinava per Tonino che li mangiava senza remore perché era usanza comune.
All'età della ragione imparò ad amare gli uccelli specialmente i canterini, professò da allora l'anticaccia. La parola luviera probabilmente deriva da lepriera, linguaggio dialettale usato per trappola da lepri, oppure dall'origine della parola dialettale luveria, dall'esca commestibile che attrae.
Virginio Cupioli