FINALMENTE DOMENICA

Ogni tanto mi viene in mente la simpatica barzelletta di quell'industrialotto brianzolo, il tipico cummenda che, recatosi in vacanza in una località del Messico, rimane colpito da un tizio che trascorre le sue giornate nell'ozio, seduto davanti casa. Dopo averlo a lungo osservato, gli si avvicina con l'intento di spronarlo:

- Dovresti darti da fare, lavorare, magari sfruttando quel bel terreno che c'è accanto alla tua casa che secondo me può dare tantissimi frutti...
- E poi? replica stancamente l'altro.
- ...poi con il ricavato potresti acquistare un capannone dove conservare i prodotti e organizzare un sistema di distribuzione e di vendita.
- E poi?
- ...poi potresti assumere degli operai in modo da incrementare e migliorare la catena produttiva.
- E poi?
- ...poi la tua azienda diventerebbe grande e riuscirebbe a esportare in tutto il mondo.
- E poi!
- ...poi tu diventeresti così ricco da permetterti di non fare nulla dalla mattina a sera!
Al che quello, guardandolo da sotto il sombrero, replica:
- Perché adesso cosa faccio?

Una storiella carina che evidenzia una delle tante contraddizioni della nostra società: quella legata alla gestione del tempo libero, che tutti indistintamente riteniamo un bene primario, anelandolo, augurandoci di poterne godere in misura sempre maggiore. Se non che, quando ne abbiamo a disposizione (le condizioni sociali, almeno nei paesi occidentali, sono infatti tali da concederci molti spazi) lo impieghiamo non per ritemprare le forze e lo spirito, cullandoci in un salutare otium, bensì per migliorare ulteriormente la nostra situazione, attraverso un supplemento di attività.

L'esempio più emblematico è rappresentato dalla domenica, giornata che già nel suo nome (che deriva dal latino - dies dominicus - giorno del Signore) indica la sua predestinazione al riposo, in ricordo di ciò che fece il Padreterno dopo la faticaccia della creazione.

Ultimamente, però, la domenica si è trasformata da giorno di festa a giorno in cui fare tutto ciò che non siamo riusciti a combinare in settimana. In pratica, una dura giornataccia, da trascorrere a pulire il giardino, riassettare l'abitazione e, visto che ormai i grandi centri commerciali sono aperti, per fare la spesa.

La stessa pratica dello shopping, a pensarci bene, è in buona parte dei casi un'assurdità. Già, perché dopo avere faticato oltre il lecito, sono frequenti i casi in cui il ricavato dei nostri sforzi viene impiegato nell'acquisto di cose superflue, se non addirittura inutili, quanto meno inutilizzabili...

Duilio Ganzaroli