VIVIAMO NELLA SOCIETÀ DELLO SPRECO

Siamo bombardati ogni giorno da messaggi pubblicitari che ci inducono a consumare sempre di più. Sembra quasi che la nostra esistenza sia inesorabilmente volta a un consumismo senz'anima. Assistiamo a un costante e frenetico degrado dei beni della natura e delle cose. La civiltà contadina ci ha sempre dato l'utile insegnamento di essere moderati in tutto, a non sprecare ciò che la natura ci ha dato. Un proverbio antico dice che nei limiti sta la vera grandezza dell'individuo.

Durante il secondo conflitto mondiale siamo stati abituati a conferire un giusto valore a quel poco che possedevamo. Quei tempi ci hanno insegnato, nella ristrettezza, a economizzare, a renderci consapevoli e responsabili del nostro esistere.

Con l'imperioso avvento tecnologico siamo stati portati a esigere tutto e subito. Il consumismo ha causato uno spreco che ha raggiunto in certi settori la follia. E così lo Stato è stato chiamato a far fronte a compiti immani. Basterebbe valutare attraverso le statistiche i costi enormi che l'ente pubblico ogni anno è chiamato a sostenere.

Assistiamo ogni giorno all'inquinamento dell'aria, dell'acqua, del suolo, all'esteso degrado di ciò che la natura ci ha dato. Si acquista e si butta, questa è la filosofia deleteria del nostro tempo! Coloro che sono chiamati a reggere gli Stati dovranno porre rimedio se vogliono salvare l'ambiente e, di riflesso, la vita dell'uomo.

Noi uomini del XXI secolo non ci rendiamo conto che i due terzi dell'umanità vive con una decima parte di ciò che consumiamo. Ci sono migliaia di persone che soffrono la fame, mentre c'è gente che gode del superfluo.

Duilio Ganzaroli