SPIAGGE DI GUERRA

Il Socio Colonna Benito (Toni), classe 1936, ci ricorda aspetti della spiaggia della sua Rivabella, prima e dopo il passaggio del fronte nella seconda guerra mondiale.

Prima del periodo del Fronte, i tedeschi avevano fatto sfollare la popolazione dichiarando Rivabella zona militare. Aspettandosi uno sbarco alleato in quel tratto di costa, avevano costruito imponenti opere di difesa: fortini dagli enormi cannoni 152 prolungati della marina, provenienti da una corazzata disarmata, a cui erano stati accoppiati cannoncini antiaeri a tiro rapido, piazzati su rotaie disposte a cerchio.

Di questi complessi ne esistevano quattro sul versante nord di via XXV Marzo e tre minori con solo antiaerea a sud. Questi ultimi erano collegati fra loro da un lungo corridoio con una stanza a mezza via. In fondo a via XXV Marzo era stata montata una batteria di quattro cannoncini antiaeri 105 a tiro rapido F.L.A.C., uguali a quelli messi sulla spiaggia nella pineta di Gatteo a Mare. Cavalli di frisia erano stati poi collocati sull'arenile e mine anticarro e antiuomo in svariati luoghi.

In mare, nelle immediate vicinanze della riva, vi era uno sbarramento con blocchi di cemento ben piantati sul fondo, dai quali partivano due grossi tondini di ferro, appuntiti, a forma elicoidale, che arrivavano appena a lambire la superficie dell'acqua: servivano a bloccare in prossimità della spiaggia eventuali mezzi anfibi. In mare aperto erano state ancorate sul fondo enormi mine antinave che galleggiavano appena in superficie: mine dai cento detonatori in rilievo che parevano ricci di mare giganti.

Tutte queste imponenti fortificazioni furono smantellate nell'immediato dopoguerra da uomini del posto per recuperare i vari metalli. I cannoni furono sezionati, le culatte fatte esplodere per rendere i pezzi trasportabili, i bossoli e le schegge raccolti, ogni briciola di metallo recuperata. All'occorrenza l'esplosivo non mancava, si poteva reperire gratuitamente, abbandonato in ogni dove.

Benito Colonna