IL RACCONTO DEL NONNO

La prima parte di questo racconto è stato pubblicato nel numero di marzo del Notiziario DLF. Gianni, il protagonista, è stato invitato a un incontro conviviale da un suo vecchio compagno di partito che da tempo non vedeva, né sentiva, per una rimpatriata. Giunto sul luogo convenuto però si ritrovò fra sconosciuti e rimase disorientato...

C'erano persone sull'ampio terrazzo che discutevano, altre ne giunsero e si fecero grandi feste. Ma Gianni non conosceva nessuno. Sta a vedere che ho sbagliato posto pensò. Questo dubbio lo assalì d'un tratto e si fermò di botto non sapendo cosa fare, se avanzare o tornare sui suoi passi.

Si girò e cominciò a tornare pensando che in discesa sarebbe stata meno dura. Ma si sentì chiamare. Questo sì che era un amico, amico e compagno di tante battaglie. Si sentì rincuorato. Com'era invecchiato anche lui: tutti i capelli candidi, con gli occhi infossati, appesantito, con la pappagorgia e molto curvo. Dimostrava ottant'anni. Ne aveva ottanta ormai, forse qualcuno di più. Chissà, pensò Gianni, che impressione gli faccio io. Come stai? Ormai era la domanda d'obbligo.

Beh, si tira avanti, e subito cominciarono a parlare dei loro acciacchi, di cure, di compresse. Si estraniarono per un po'. Ma alla fine l'amico sbotto: Hai visto che roba? A me avevano detto che sarebbe stata una festicciola per fare incontrare i vecchi con i più giovani. Noi avremmo parlato delle nostre esperienze e loro ci avrebbero resi edotti sui progetti di oggi - Ma qui fanno le cose in grande.

Oh, c'è Giancarlo - Giancarlo... Giancarlo, siamo qua - Guarda c'è anche Rino... Rino siamo qua. Poi ne giunsero altri di vecchi compagni. Fecero gruppo un po' distaccati. Hai visto chi c'è? - Chi? - Il Presidente degli industriali, quello vicino alla Ferrari, e l'altro più piccolo è Rossi, quello della fabbrica. Ormai è proprietario di mezza città. - Ma allora, che ci fanno questi, qui? - Eh, caro mio, oggi c'è la politica delle alleanze anche con i grossi interessi economici. - Anche un tempo si discuteva, si cercava un compromesso, non si potevano ignorare, ma tutto avveniva nelle sedi ufficiali. - Già. - L'indomani la stampa comunicava i termini dell'accordo. - Ma i giornali cosa scriveranno? Festa grande fra padroni e amministratori della città e dirigenti di partito? - E il Resto del Carlino magari scriverà: cena a base di caviale e champagne. - Beh, sai cosa ti dico?: ho voglia di svignarmela, disse Gianni. Guarda, è arrivato il Sindaco. - Anche lui?!.

Intanto un distinto giovane in abito scuro, con papillon e guanti bianchi, dirigeva le cameriere in crestina nel disporre, sul tavolo, il vino pregiato. Il Sindaco si avvicinò. Si era in tanti ormai e i padroni si mossero verso di lui per stringergli la mano. Il gruppetto dei vecchi rivoluzionari rimase fermo occhieggiando tutti i cerimoniali. Il Sindaco diceva qualche parola di circostanza a ciascuno, ma sembrava meravigliato anche lui da tanto sfarzo.

L'Assessore anfitrione si avvicinò al Sindaco confidenzialmente, non gli diede la mano, ma lo investi: Che te ne pare? - Bello, bello. Rispose il Sindaco, ma stava pensando che aveva previsto tutt'altra cosa, e glielo disse: Che centrano i magnati qui? Non doveva essere un incontro nostro? L'Assessore non si smarrì: Tanto dovevamo incontrarli, no? - Sì, rispose il Sindaco, ma come categorie. L'Assessore: Qualcuno, a dire il vero, si è anche autoinvitato. Mi ha detto che aveva piacere rivedere il vecchio Morini. Il Sindaco fece. Mmh... e finì lì.

Poi l'Assessore pregò i presenti di prendere posto e si premurò che al centro ci fosse il Sindaco. Lui alla sua destra e, a intervalli, un padrone e un politico, secondo l'importanza del ruolo. In fondo sulla sinistra avrebbero dovuto sedersi i vecchi dirigenti del Partito, dei quali l'Assessore non pronunciò il nome e gli incarichi avuti trent'anni prima perché non li conosceva bene, o non li conosceva affatto.

Quelli tardavano a prendere posto e anche il Sindaco, si vedeva, era imbarazzato e a un tratto, ad alta voce, disse: Se permettete desidererei sedermi in mezzo ai miei vecchi compagni. Abbiamo ormai così poche occasioni di stare insieme e loro mi hanno insegnato tanto. L'Assessore arrossì fino alla radice e le lenti si inumidirono perché cominciò a sudare freddo. Ma riuscì a dire: Saggia decisione, signor Sindaco. E accennò a un battimani a cui si unirono gli altri. Sul viso di Gianni apparve un sorriso crespato e mormorò: Meno male!.

Vi. Ve.