LA LANA DEI PIOPPI

Il socio Benito Colonna, ricorda un'esperienza vissuta durante la sua attività di ferroviere.

Nelle pianure piemontesi, in modo particolare nella zona delle risaie, veniva coltivato intensamente il pioppo per la fabbricazione della carta. A primavera l'albero sparge nell'aria i suoi semi avvolti in bianca lanugine, il vento li trasporta e dove toccano terra in abbondanza, il terreno pare coperto da una nevicata.

Il danno che questa peluria arreca alle automotrici è quello di ricoprire le pareti dei radiatori del motore facendo surriscaldare e compromettendo l'integrità del motore stesso. Ogni primavera si ripeteva la medesima situazione. Quando ci era possibile, durante le soste nelle stazioni fra un treno e l'altro, con il tubo di gomma utilizzato per rifornire i bagni delle vetture si spruzzava, con forte pressione, acqua sui radiatori, cercando di ripulirli il più possibile, anche perché è risaputo che la lanugine dei pioppi è facilmente infiammabile.

Stavo effettuando un treno da Vercelli per Biella con due automotrici accoppiate del gruppo 772. Prima della stazione di Santhià, mi accorsi che il motore della cabina posteriore della macchina di testa, precisamente quello sottovento, aveva preso fuoco. Ormai ero quasi in stazione, mi parve saggio non fermarmi in linea in quanto con solo quei piccoli e poco efficienti estintori in dotazione avrei fatto ben poco.

Giunto in stazione, e fatti scendere in fretta i viaggiatori, iniziai a tamponare l'incendio con gli estintori. L'effetto sortito non era sufficiente a domare le fiamme che ormai avevano avvolto la cabina. Per salvare l'automotrice portai la cabina della macchina interessata sotto la colonna di rifornimento dell'acqua delle locomotive a vapore. Aperto al massimo il getto d'acqua inondai letteralmente la cabina, motore compreso, e, dopo un quarto d'ora, potevo affermare che la mia idea era risultata vincente.

Benito Colonna