Anni quaranta! Anni ruggenti, difficili. Iniziano subito con la seconda guerra mondiale. Portiamo ancora i pantaloni corti quando, la possente e roboante voce del Duce giunge dalle case, a noi che giochiamo nel cortile, inconsapevoli che stava per iniziare il periodo più triste e doloroso della nostra esistenza.
Era il famosissimo 10 Giugno 1940 in cui Mussolini, fra un bagno e l'altro, dalla sua residenza estiva di Riccione, aveva avuto il tempo e la malaugurata idea di fare un salto a Roma per annunciare, dal solito balcone di palazzo Venezia, agli italiani e al mondo che entravamo in guerra.
Proprio quando, per ironia della sorte, sulla riviera si andava cantando: Voglio vivere così, col sole in fronte oppure: Vivere, senza malinconia, perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più.
Vediamo giovani e meno giovani partire per i vari fronti, costretti a sacrificare la propria giovinezza nella disperata impresa. Ai bollettini di guerra, alla radio, si alternano allegri motivetti cantati da: Natalino Otto, Rabagliati, il Trio Lescano. Furoreggiano le canzoni di guerra (Lilì Marlen).
Noi ragazzetti trascorriamo, malgrado tutto, ancora qualche estate con la spensieratezza dell'incoscienza, ma non troppo. Avevamo fame e con la misera razione di un etto e mezzo di pane c'era poco da saltare, non era quindi facile atteggiarsi a fusti di spiaggia, troppo ossuti e debolucci i futuri vitelloni erano soltanto vitellini da latte.
Vito Milano