Il socio Luciano Casalboni ci ha consegnato un memoriale, da lui orgogliosamente scritto, in ricordo del padre Leo. Ne emerge la figura di un uomo permeato da saldi valori ideali ai quali rimase coorentemente legato nel corso della sua vita. Da questa narrazione è stato stralcialato un brano dove si rende omaggio a un mitico personaggio che, con il suo stoico attivismo, ha contrassegnato un lungo periodo della storia sindacale ferroviaria riminese: Emo Demetrio.
Man mano che il tempo passava il ruolo di ex partigiano all'interno dell'Officina Locomotive di via Tripoli perdeva di importanza. Il ricambio generazionale faceva si che i nuovi arrivati non sapessero gli antefatti e il clima creatosi con la guerra fredda ridimensionarono il carisma di certi personaggi, limitandone il potere politico che passò gradualmente alle strutture sindacali.
Non era più il tempo di uomini d'azione, servivano persone carismatiche, acculturate, informate con sviluppata proprietà dialettica. Non era il suo pane, altri lavoratori più adatti a questo ruolo emersero e uno fra tutti a Leo piaceva: Emo Demetrio. Lo definiva inversamente proporzionale, Emo era mingherlino, esile nel fisico ma di grande levatura morale e coerenza. Un'elevata capacita intellettuale, una calma rilassante, una visione a trecentosessanta gradi delle problematiche, è stato la guida per le giovani generazioni sindacali, un maestro di vita per molti, anche per me.
Emo è stato l'ideatore e fondatore del mensile dei ferrovieri riminesi La Locomotiva. Sotto la sua guida il giornalino ha valicato i confini locali e si è ramificato in tutta la Romagna. Emo era direttore, redattore, articolista, correttore, vignettista, tipografo, non c'erano cose che non sapeva fare. Anche a me ha insegnato l'arte, era il periodo in cui creare un giornale richiedeva un notevole impegno.
Gli articoli andavano corretti e create le pagine con la macchina da scrivere, le pagine venivano copiate in un telaio con i caratteri a piombo sopra il quale veniva passato il rullo a inchiostro per imprimervi la bozza da fissare sul ciclostile a manovella realizzandone le copie da impaginare. Un lavoro massacrante che Emo ha svolto per decenni impegnando il suo tempo libero, sacrificando spesso notti e giorni festivi. Anche se in maniera diversa da Leo, è stato anche lui un eroe, non so cosa darei per rivederlo all'opera con un moderno computer.
Ritenendo maturati i tempi, quando se ne è presentata l'occasione le sue vedute all'avanguardia gli hanno consentito di appoggiare una proposta che non era ben vista dal resto della redazione e dalla maggioranza dei lavoratori, quella di allargare la sfera degli argomenti al mondo della cultura avvalendosi della collaborazione di alcuni operatori locali...