LA QUIETE CHE PRECEDE LA TEMPESTA

Il socio Vito Milano (Tonino), classe 1926, rievoca in queste righe le atmosfere bucoliche da lui ragazzino vissute nelle tranquille estati di fine anni trenta, prima che il ciclone distruttivo della guerra ne sconvolgesse vita e abitudini.

La guerra era da poco cominciata e le estati, per chi non era al fronte, erano ancora alquanto tranquille. Adolescente, se le mie sorelle più grandi mi portavano nelle loro passeggiate serali a Marina Centro, per me era una festa. Cominciavo a interessarmi alla vita e agli innocenti svaghi dei più grandi.

Punto d'incontro della gioventù bene riminese, e villeggiante, erano i paraggi dell'elegante bar Zanarini, poi Sombrero e dopo Caffé delle Rose. A crocchi ci si sedeva sul cordolo dell'adiacente marciapiede, a chiacchierare e ad ascoltare le musiche delle orchestrine dei vicini locali. Nascevano i primi flirt.

Si frequentavano anche le panchine nel parco Kursaal e del Grand Hotel; i fiori della splendida aiuola erano disposti a data giornaliera. Da lontano ci riempivamo lo sguardo dallo sfarzoso bel mondo elegante che danzava su quei prestigiosi terrazzi, al suono di orchestre e cantanti in smoking bianchi.

Peppino Sacchi, un simpatico cantante milanese con l'erre moscia, intratteneva il pubblico con motivi rimasti famosi: Polvere di Stelle, Birimbo Birambo, Stella d'Argento...

Stella d'argento che brilli nel ciel
il tuo splendor mi fa morir di nostalgia
O quanti ricordi, fai rivivere tu
Stella d'argento, che brilli lassù
Dolce amore tu parti domani...

Niente di più adatto a una località di villeggiatura. Erano i famosi tempi dei film dei telefoni bianchi. Sotto quel meraviglioso cielo stellato, e lo sfavillio di luci dell'imponente Kursaal, era impossibile non avvertire quel brivido come nell'Amarcord di Fellini al passaggio della nave REX.

Vito Milano