IL RESPONSO ELETTORALE

Nei giorni 25, 26 e 27 novembre 2008, dopo nove anni, c'è stata la chiamata al voto dei soci per il rinnovo del Consiglio Direttivo del DLF Rimini, composto da nove membri. Per la prima volta nella sua storia l'aspetto saliente è stato la presentazione di una sola lista nella quale sono confluite unitariamente tutte le sigle delle organizzazioni sindacali ferroviarie più rappresentative. Altrove non è stata questa la regola. Un accordo sul quale ha pesato il momento delicato che i DLF attraversano per la vitale, e ancora irrisolta, questione patrimoniale. Un atto responsabile che favorirà certamente il nuovo Direttivo nel suo difficile operare.

I risultati scaturiti dalle urne, 418 i soci votanti, hanno per lo più visto riconfermati (per i due terzi) i precedenti Consiglieri. Un dato che non si può che interpretare come un segnale di palese consenso verso la passata gestione, infatti il responso si discosta poco da quello di nove anni fa.

In sintesi una breve analisi del voto: la FILT - CGIL che ha presentato forse una rosa troppo ampia di candidati (nove), favorendo la dispersione delle preferenze, aveva anche puntato su ricambio generazionale, solo parzialmente realizzato. A conti fatti il risultato per questa organizzazione si può considerare soddisfacente perché conserva la maggioranza assoluta (5 seggi, ne aveva 6) e ha, per un solo voto, sfiorato l'acquisizione di un altro seggio.

La FIT - CISL può invece sicuramente brindare, sia perché i suoi rappresentanti sono passati da 2 a 3, sia per il successo personale ottenuto dal socio Lucio Brughiera che ha fatto incetta di consensi. La perdita del seggio invece da parte della UIL - Trasporti a favore dell'Or.S.A. si può imputare al cambio di organizzazione sindacale del Consigliere che prima la rappresentava, passato a quest'ultimo sindacato.

Fra le recenti modifiche apportate allo Statuto DLF è previsto che i Consiglieri non possano essere eletti per più di due mandati consecutivi, quindi se ne deduce che al termine del 2012 si assisterà a un quasi generalizzato cambio della guardia in quanto sei su nove dei Consiglieri appena eletti non saranno più eleggibili.

Considerato questo limite, per quel che riguarda il mio ruolo da presidente di lungo corso, quindici anni, è auspicabile che nel giro di qualche anno maturino le condizioni per una mia sostituzione. Sostituzione che sarebbe potuta avvenire già nel passato mandato se solo dal Consiglio fosse emerso chi avesse voluto/potuto raccogliere il gravoso testimone.

Giovanni Vannini