Nel comprensorio Riminese, e sue vicinanze, l'avvento dei grandi complessi cinematografici a multisala, anche oltre dieci sale, ha avuto inevitabili ripercussioni sui cinema tradizionali, a una o due sale, causandone la crisi e assai spesso anche la chiusura. Uno stravolgimento del mercato cinematografico locale che non poteva però costituire una sorpresa: si sapeva da tempo quale impatto questo tipo di strutture, ovunque avesse preso piede, avrebbe provocato.
Un'involuzione questa alla quale non è sfuggito il cinema Settebello, con un destino che potrebbe essere segnato. Sul tema, già nell'anno 1991 sotto la presidenza di Tiziano Giulianelli, il gruppo dirigente del Dopolavoro, prevedendo quello che inevitabilmente col tempo sarebbe potuto accadere, presentò domanda alla proprietà di allora, l'Ufficio Patrimonio Compartimentale FS di Bologna, per un progetto, a spese del DLF, di ristrutturazione interna del cinema consistente nella realizzazione di quattro sale di proiezione.
In precedenza, essendo stata negata ogni possibilità d'ampliamento del fabbricato, si puntò all'alternativa delle quattro sale, ma dopo alcuni incontri anche questa possibilità fu rifiutata. Nel 1995, poi, si assecondò la richiesta del gestore che a sue spese ricavò, innalzando un tramezzo divisorio nell'unica sala, due sale più piccole.
Si ricorda che il cinema Settebello entrò in funzione sul finire degli anni sessanta e che la spesa per la sua edificazione fu sostenuta dal DLF grazie a un prestito finanziato dall'Ufficio Centrale del Dopolavoro, ratealmente restituito. È stato, per un lungo periodo, il primo cinema cittadino e l'orgoglio di tutti i ferrovieri e pensionati legati al DLF. Fino a qualche anno fa, infatti, costituiva la maggiore fonte d'entrata per i bilanci dell'Associazione e la sua funzione più rilevante è stata di centro pulsante della vita culturale e ricreativa del DLF.
Lo stabile, che richiederebbe fra l'altro onerosi interventi di manutenzione straordinaria, come tutti gli altri immobili presenti nell'area è stato assegnato dal Gruppo FS al DLF in locazione nel 2003 con un contratto che scade alla fine dell'anno. Il rinnovo del contratto, che dovrebbe avvenire quanto prima, sarà però, rispetto al precedente che era stato stabilito forfetariamente per tutta l'area, fissato per unità immobiliari.
Non sappiamo quindi a priori le pretese che da Roma saranno avanzate per il nuovo canone. Nota negativa che non gioca a favore delle decisioni che si dovranno prendere è che il gestore al quale il cinema era stato affidato in subaffitto, vi ha da qualche mese irrevocabilmente rinunciato, né nel frattempo vi sono stati validi interessamenti. Da parte del DLF si farà di tutto per non perdere il cinema, dipenderà però molto dall'entità della proposta d'affitto.
Giovanni Vannini