ESISTONO O, MEGLIO, ESISTERANNO ANCORA I FERROVIERI?

Innanzitutto una premessa: ho volutamente deciso di non scrivere articoli per il notiziario La Nostra Voce, dopo la mia elezione in Consiglio Provinciale, perché ritenevo che qualche socio avrebbe potuto interpretare questo come una sorta di propaganda personale. Vengo meno ora a questa regola che mi sono dato perché penso che la situazione del Dopolavoro Ferroviario, della cui sorte questo giornale vi ha ripetutamente informato attraverso gli articoli del Presidente Vannini, non sia dissimile da quella delle Officine Locomotive di Via Tripoli, stabilimento presso il quale lavoro dal 1986, con assunzione in ferrovia dal 1974.

Fatta questa breve premessa vengo ai fatti, essendo consapevole che un notiziario come il nostro, che ha una pubblicazione bimestrale, non può cogliere la tempestività degli eventi. Nella giornata di mercoledì 18 giugno i dipendenti delle ex Officine Grandi Riparazioni di Via Tripoli (oggi O.C.M.) sono scesi in sciopero e hanno manifestato davanti alla sede della prefettura. Il motivo della protesta riguardava la dismissione da parte di Trenitalia di 18.000 metri quadri dell'area dell'Officina ex O.G.R. di Via Tripoli e più precisamente della fascia lungo Via Delle Officine.

La storia dell'Officina è legata negli anni a quella del Dopolavoro Ferroviario, nella buona e nella cattiva sorte; la guerra aveva distrutto entrambe, ma come un'araba fenice erano poi risorte. Oggi, purtroppo, i dipendenti dell'ex OGR sono 340 di cui circa 60 nei prossimi due anni in procinto di pensionamento, mentre fino a pochi anni fa raggiungevano le 1000 unità.

Alle Officine sono stati assunti nel corso degli ultimi anni circa 150 giovani che vedono fosco il loro futuro. La speculazione immobiliare rischia di uccidere e avere il sopravvento sulle attività produttive e anche il nostro impianto, che è l'unico in Italia specializzato nella riparazione del diesel, rischia lentamente di scomparire.

Nell'ultimo notiziario il socio Benito Colonna ripercorre un pezzo della sua vita e in particolare quella legata alla sua esperienza ferroviaria. Molte delle sue esperienze non sono dissimili dalle mie: io sono nato nel 1952, mi sono diplomato all'ITIS di Rimini e, durante le estati del mio periodo scolastico, lavoravo nei bar della riviera. Nel 1974 sono stato assunto in ferrovia: Cervia, Bologna San Donato, Modena sono alcuni degli impianti in cui ho lavorato fino al 1986 anno, del mio trasferimento a Rimini.

Purtroppo debbo constatare che le conquiste ottenute con le lotte di tutti i ferrovieri negli anni '80 oggi si stanno perdendo, anzi, qualcuno afferma che non siamo più ferrovieri ma metalmeccanici, con tutto il rispetto per i metalmeccanici.

L'Amministrazione Comunale, all'indomani dello sciopero, ha affermato che la storia passata e presente dell'officina testimonia come la stessa sia un elemento fondamentale del tessuto produttivo e occupazionale non solo cittadino. Per questo afferma sin da ora la totale irricevibilità di qualsivoglia proposta di modificare la natura, l'uso e la destinazione di quella superficie territoriale e di quell'attività produttiva.

Penso, allora, concludendo questa breve riflessione, che la sorte delle officine e dei ragazzi che qui lavorano, che stanno formandosi una famiglia riguardi tutti noi ferrovieri; anche quando si gioca in borsa si decide della sorte delle nuove generazioni: è più vantaggioso un investimento speculativo immobiliare o il lavoro dei giovani ferrovieri?

Luigino Garattoni

 Manifestazione del 18 giugno 2008 dei dipendenti ex OGR davanti alla sede della prefettura.