SORDI ALLE NOSTRE ISTANZE

Abito da oltre venti anni a San Giuliano Mare, amena frazione di Rimini. Giornalmente, per recarmi in ufficio al Dopolavoro, il tragitto che prediligo è quello che mi porta a passare da piazzale Cesare Battisti, davanti alla stazione ferroviaria. Questa preferenza non è legata a nostalgie ferroviarie, ma da ragioni di opportunità in quanto, rispetto al percorso alternativo, mi consente di dribblare alcuni semafori.

Seguendo tale itinerario, nella bella stagione, una volta superata la stazione e imboccata via Dante, il mio sguardo è portato volgersi a sinistra dove viene gratificato dalla rigogliosa muraglia verde, formata da alberi d'alto fusto, del poco distante parco del Dopolavoro. Una visione che suppongo colpisca gradevolmente anche tanti turisti che, in treno, arrivano a Rimini.

L'ombreggiata zona verde è la meta prediletta, specie nel periodo estivo, di tanti cittadini. Un pregevole arredo di quel polo d'attrazione costituito dalle numerose strutture culturali, sportive e ricreative ivi presenti. Un'area che richiede però onerosi interventi di manutenzione, in termini di pulizia, raccolta e smaltimento foglie, diserbo, potatura, ecc.

I costi di questi interventi negli ultimi anni hanno superato una media per esercizio di € 11.000,00. Una spesa notevole per le esauste casse del DLF. Su questo fronte, ad alimentare la speranza di potere risolvere almeno in parte il problema fu, un anno e mezzo fa, la notizia della stipulazione di un accordo fra il DLF di Bologna e il rispettivo Comune, con la sottoscrizione fra le parti di un contratto di comodato per l'area del DLF.

In base a quell'intesa l'area era considerata giardino pubblico e pertanto il carico di spesa, per gli interventi di manutenzione, venivano trasferiti all'Amministrazione Comunale. Avuto conferma dell'accordo, su esplicito mandato del Consiglio Direttivo del DLF, richiedevo e ottenevo copia del contratto che, in data 12 giugno 2006, allegavo alla domanda scritta che avanzavo al Sindaco di Rimini per accedere, per analogia, al medesimo trattamento.

Orbene, a un anno di distanza si è ancora in attesa di una risposta, che si dispera ormai di ricevere. Questo, nonostante della questione siano stati interessati Consiglieri e Assessori: ferrovieri, pensionati FS e figli di ferrovieri, di cui abbonda il nostro Consiglio Comunale, che ha prodotto soltanto un'interpellanza presentata sulla questione dal consigliere comunale Giuseppe Lombardo e che ha ricevuto solo una risposta evasiva. Atteggiamento che denota una palese indifferenza.

Del resto, il sospetto che il Dopolavoro Ferroviario a Rimini non sia nelle grazie di chi è nella stanza dei bottoni di questa città, è affiorato spesso, per il susseguirsi di progetti che, in anni anche recenti, sono stati proposti sulle sue aree (prefettura, cittadella universitaria, palacongressi, stadio di atletica, ecc.) che, se portati a compimento, lo avrebbero se non annullato pesantemente ridimensionato.

Giovanni Vannini