CURIOSITÀ

Ogni tanto un fatto curioso. Avevamo un treno merci per Bologna San Donato. Si arrivava nelle prime ore del pomeriggio, si ripartiva al mattino presto del giorno successivo. La località si trovava in aperta campagna e non presentava nessun passatempo. La sosta diventava lunga e monotona. Io avevo trovato il sistema per far passare la giornata abbastanza agevolmente. Avevo conosciuto un certo Giorgio, figlio dell'ex capostazione di Forlì che aveva in appalto la pulizia dei carri merci che avevano trasportato mucche, cavalli e maiali. L'avevo conosciuto un giorno che mi ero recato sul luogo di sdoganamento dei carri. Nell'aprire i carri, questi venivano spiombati e i piombi lasciati a terra sulla massicciata del binario. A quel tempo, andavo a caccia e le cartucce me le caricavo da solo. Raccogliendo i piombini ne facevo diversi chili ogni volta, potevo cambiarli al negozio di caccia e pesca che mi rifaceva metà peso in pallini.

Giorgio, cacciatore pure lui, vedendomi raccogliere i piombi, mi invitò nella piccola costruzione dove aveva l'ufficio: Se vuoi dei piombini, prendine pure da questi bidoni, come vedi ce ne sono quintali e io ormai non so che farmene.
Da quel giorno fra noi era sorta un'amicizia. Ogni volta che giungevo con un treno e dovevo sostare a lungo, lo andavo a trovare e con lui, quando i manovali avevano caricato il camion di paglia e letame, partivamo per portare il contenuto a qualche contadino. Ci scappava sempre una bevuta.

Quel giorno il treno l'avevo effettuato con Chieregato, un soggetto particolare di qualche anno più anziano di me, con cui ci stavo bene. Dopo avere pranzato gli dissi che andavo a rimediare un po' di piombo dove sdoganavano i carri. Lui non se la sentiva di venire con me, preferiva andare a schiacciare un pisolino.
Svegliatosi, ormai era sceso il buio della sera, recatosi alla mensa all'ora di cena, ancora non mi aveva rivisto. Terminato il pasto, si era fatto buio pesto. Preoccupato era venuto a cercarmi.

Nel frattempo, io ero andato a cenare perché Giorgio, avendo cucinato costine di maiale e altre cose, mi pregò di restare a fargli compagnia. Mentre eravamo intenti alla chiacchiera, dopo un'abbondante cena annaffiata con ottimo vino, mi parve di udire la voce di Chieregato che mi chiamava. Aperto l'uscio, constatai che non mi stavo sbagliando. Gli diedi voce: Dante, ...sono qua, vieni.
Ci raggiunse. Era stravolto. Nell'avvicinarsi mi disse: Che ti pigliasse un colpo, non ti trovavo, ho girato attorno a tutti i mucchi di letame e paglia, ho pensato: vuoi vedere che si è sentito male ed è caduto sopra qualche mucchio di m...? Mi hai fatto prendere uno spavento che mi tremano ancora le gambe. Per cena ho mangiato due uova al tegamino che mi sono rimaste a metà gargarozzo.
Povero Dante: Vieni dentro, abbiamo la medicina che ci vuole, per darti un po' di carica. Fra un bicchiere di barbera e l'altro e qualche ciliegia sotto alcool, quando ce ne andammo, Dante era tutto contento, piuttosto sull'allegrotto, aveva digerito anche le due uova che aveva mangiato per cena

Benito Colonna