UNO SGUARDO AL PASSATO

In un articolo apparso sul periodico locale Il Ponte, nel suo numero del 6 giugno 2002, a firma Vittorino Zavoli, vi venivano riportati ricordi d'anteguerra riferiti al Dopolavoro Ferroviario. Ci è sembrato interessante riprendere questa rara testimonianza retrospettiva.

Il Dopolavoro Ferroviario sorse nel 1927. La sede fu costruita in via Roma e lì è rimasta. Al piano terra della costruzione funzionava il bar e nella sala accanto il biliardo. Molti venivano per ascoltare la radio, non ancora diffusa nelle famiglie. Al piano superiore c'erano la biblioteca e la sala di lettura. A fianco della palazzina si trovava il cinema teatro nel quale si esibiva una buona filodrammatica; al sabato e nei giorni festivi venivano proiettati film.

D'estate, invece, il cinema si trasferiva nel campo sportivo e la gente prendeva posto nell'antica tribuna. Il presidente era il Cav. Dominici e il segretario il Sig. Barbaresi. All'ingresso del cinema si prestava a tagliare i biglietti il volontario, guardiasale della stazione, che si faceva chiamare Peppino. Era una buonissima persona, che si fidava di tutti, specialmente dei bambini che per entrare a sbafo, dato che non avevano un soldo in tasca, incollavano i biglietti vecchi in modo da farli apparire originali.

Le abitazione dei ferrovieri, chiamate palazzoni, sorgevano in viale Tripoli, via Crispi e in via Gadames, quindi non eccessivamente distanti dal Dopolavoro. Così, ogni volta che ferrovieri e familiari si recavano al circolo ricreativo, una grande marea di gente occupava tutta la via Roma che, negli anni trenta, per fortuna non sopportava il traffico di oggi.

Il Dopolavoro era un luogo d'incontro e di svago molto frequentato che aveva, fra l'altro, una scuola telegrafica, una squadra ginnico-atletica e un'altra di calcio, forte avversaria della Libertas. A Capodanno, e in altre circostanze, il cinema teatro si trasformava poi in sala da ballo: l'ingresso era di cinque lire.

La guerra non ha risparmiato l'originale struttura del Dopolavoro che fu completamente distrutta. Al suo posto furono costruite altre abitazioni per i ferrovieri; la sua sede è stata poi ricostruita poco lontano.

La Redazione