Dal mese di dicembre dello scorso anno è apparsa, con insistenza, sui quotidiani locali la notizia che l'Amministrazione Comunale sta trattando con il Gruppo FS, per acquisire oltre l'area dello scalo ferroviario, compresa quella posta su lato di via Monfalcone, anche quella d'insediamento del DLF. Ipotesi più che fondata. In tutta Italia, per far cassa, sono iniziate le vendite anche di quelli che sono considerati gli ultimi gioielli di famiglia.
Alienazioni di Dopolavori nel territorio nazionale ce ne sono già state, anche se per ora il loro numero è esiguo: non arriva alla decina. Il DLF geograficamente più vicino al nostro che, da poco, ha cambiato casacca è quello di Faenza. Ceduto al Comune di quella città che ha lasciato, poi, gran parte del patrimonio immobiliare in affidamento, a quel DLF, con il sistema del comodato d'uso gratuito. Approdo che ha trovato il pieno consenso dei Soci di quel DLF.
Nessuna sorpresa quindi se si assisterà ad un passaggio di proprietà anche a Rimini, dopodiché non potremmo che considerarlo uno sviluppo positivo, se si approdasse, poi, ad un compromesso con il Comune analogo a quello verificatosi a Faenza. Tanto più che ora i rapporti, con quest'Istituzione, volgono al sereno dopo che sembra definitivamente tramontato il progetto di sacrificare una parte notevole del sito DLF alla realizzazione dello stadio di atletica.
Del resto quale altra prospettiva ci attende se non il levare le tende nell'anno 2009. Dagli inizi di tale anno, infatti, il DLF dovrebbe pagare per le aree (immobili e i terreni), un affitto a prezzo di mercato: cifre che, senza illusioni, saranno di certo al di fuori d'ogni portata. Meglio allora, rispetto all'incognita d'altre soluzioni, il confronto per un accordo con un interlocutore come il Comune che per la funzione che svolge è auspicabile valuti con favore le finalità che, da lunga data, il Dopolavoro Ferroviario persegue, nonché il ruolo di primo piano che si è ritagliato nel panorama cittadino sul versante sociale e nella gestione delle attività legate al tempo libero.
Giovanni Vannini