NERVI SCOPERTI

In questi ultimi anni fra le realizzazioni effettuate dal DLF una ha, abbondantemente, sovrastato ogni altra, l'osservatorio astronomico di monte San Lorenzo a Montegrimano (PU), per:

La struttura con attrezzature d'avanguardia, a quanto ci risulta la più importante nel suo genere nella regione Marche, svolge grazie all'apporto, la competenza e la passione dei componenti, il gruppo astrofilo del DLF, anche una funzione didattica, in quanto meta oltre che di appassionati di astronomia, di curiosi, di scolaresche e studenti, provenienti da tutto il territorio circostante, tanti in particolare da Rimini e Pesaro.

L'orgoglio per quest'opera è stemperato in modo stridente dall'insoddisfazione nel constatare che, a distanza di anni, rimangono irrisolti problemi di fondo, legati alla sua funzionalità, quali:

Al Comune di Montegrimano, dove inizialmente palesammo il progetto e l'intenzione di erigere in tal sito l'osservatorio, fummo accolti con entusiasmo e rassicurati rispetto ad ogni nostra esigenza. Si pose fin dal 1999, prima ancora che i lavori fossero completati, la soluzione delle succitate priorità, ma nonostante le ripetute promesse, la situazione è rimasta immutata, salvo che non s'intenda chiamare, in modo eufemistico, intervento di manutenzione un camion di ghiaia scaricata, qualche anno fa, per coprire le buche più vistose della strada che sale verso l'osservatorio, e che serve nel suo percorso anche un piccolo agglomerato di case.

Giace, non si sa in quale polveroso cassetto di detto Comune, un preventivo di spesa, dallo stesso richiesto all'allora AMIR SpA, datato 15.4.2002, che quest'ultima per conoscenza si premurò d'inviare anche al Dopolavoro, riguardante la messa in posa di una tubazione idrica di metri 980 per l'allacciamento dell'osservatorio astronomico al più vicino serbatoio d'acqua. Abbiamo di recente, ancora una volta, sollecitato con raccomandata postale AR, il Sindaco di Montegrimano, perché si proceda finalmente ad effettuare tali lavori.

Si deve però rilevare con sconforto l'assenza finora di una presa di coscienza, di un seppur minimo briciolo di riconoscenza per la novità, l'opportunità di crescita che l'attivazione di tale struttura, che abbina diversivo a cultura, è stata portatrice per quella comunità, valorizzando così una plaga che aveva prima ben poche attrattive. Riteniamo inoltre che accondiscendere alle nostre ragioni non sia una discrezionale benevolenza, ma un atto dovuto, poiché per tale opera si è pagato regolarmente imposte e tasse, compresi gli oneri d'urbanizzazione. Orbene questa situazione di paziente attesa è ormai esaurita, presto, senza novità di rilievo, avremo come sola alternativa il ricorso all'azione legale.

Giovanni Vannini