SERATA TEATRALE

Esilarante è l'unico aggettivo che mi viene in mente dopo avere assistito alla scena tratta dalla commedia "La butega ad Pitroun". L'esibizione ostentata dai due protagonisti, comica e piena di "verve" nel loro primo approccio da possibili futuri conviventi e la maestria del prete nell'orchestrare l'incontro fanno si che il termine risulti appropriato e, d'altronde, l'esplosione continua di risate scaturita dal folto pubblico accorso per l'occasione, è li a dimostrare il gradimento della platea. Un grazie, dunque, agli amici della compagnia "J'Armidied" per l'importante contributo alla riuscita dello spettacolo.

Simpatica e divertente anche l'altra scenetta tratta da: "Chal doni d'una volta" interpretata con bravura da due veterani della commedia dialettale, giustamente applauditi e con merito, data la mancanza di una adeguata scenografia che, in parte, ne ha sminuito l'effetto.

Quanto al monologo "E me zet", essendone stato interprete ed anche scrittore di questo "articolo", decenza vuole che debba esimermi da qualsiasi commento, augurandomi, casomai, di aver incontrato comunque la benevolenza degli spettatori.

Si ringrazia, altresì, il presentatore, scrupoloso e preciso anche nell'inedita veste giornalistica in cui, brevemente, intervista l'autore sia dei testi teatrali sia di: "Raconta Remnin, raconta" un libro gioviale e macchiaiolo, dove una città, nell'occasione assunta a figura umana, narra le sue vicissitudini, ossia quelle della semplice gente dei popolari quartieri. Cosicché quasi ad ascoltare il nonno, noi nipotini, rimaniamo stupiti di fronte allo scorrere tranquillo di storie, personaggi e credenze che mai avremmo supposto esistessero e di cui oggi, nell'era dell'elettronica, ammettiamolo ne sentiamo la nostalgia.

E come dimenticare tutti quelli che, con la loro opera manuale, hanno reso possibile la realizzazione dello spettacolo e soprattutto gli amici del pubblico che, con il solito calore hanno fatto dimenticare a noi, dilettanti allo sbaraglio, i rischi e le ansie che sono proprie dei preparativi di questo genere di cose!

Un appello infine: questo tipo di manifestazioni culturali ma, in genere anche tutte le altre, arricchiscono lo spirito e sono apportatrici di buon umore, se anche voi, lettori, lo pensate, esplicitatelo alla direzione del DLF allo scopo di renderne possibile l'incremento. Arrivederci alla prossima occasione.

Giovanni Rocchi