CAMBIAMENTI

Le Associazioni Dopolavoro Ferroviario si trovano ad affrontare un mutamento che li sta trasformando da soggetti assistiti (con utilizzo di beni immobili in comodato d'uso gratuito, franchigia nelle utenze ed altri benefici) in un altro completamente diverso, dove sono chiamati, invece, a pagare oneri di una portata imprevedibile.

Per quel che riguarda il DLF di Rimini questi esborsi sono superiori, almeno dall'anno 2008, alle attuali possibilità d'entrata. Aggravio che c'è stato imposto con un solo dilemma: prendere o lasciare. Tale onere non è isolato ma si accompagna ad altri quali: utenze, assicurazioni, fidejussioni, manutenzioni straordinarie, messe a norma e limitazioni nelle sublocazioni.

Intendiamoci, ad essere onesti, quest'evento non ha colto di sorpresa, non è stato un fulmine a ciel sereno: già da alcuni anni i bilanci preventivi dell'Associazione prevedevano la spesa relativa al pagamento degli affitti e delle utenze, ma mai, poi mai, ci saremmo immaginati una simile stangata. C'eravamo illusi che i notevoli investimenti e le valorizzazioni apportate negli anni sui fabbricati e le aree in consegna sarebbero stati debitamente considerati. Purtroppo non è stato così.

Questa partita, non senza l'avallo sindacale, è stata gestita dall'Associazione DLF Nazionale che ha sottoscritto il contratto generale con Rete Ferroviaria Italiana ripartendolo poi, con un subaffitto, fra le 111 Associazioni DLF presenti in Italia; questo, a quanto pare, per evitare la strada già tracciata della cartolizzazione, ossia la vendita di immobili e terreni.

La Direzione Nazionale del DLF, in seguito, non è rimasta insensibile, recependo il diffuso malcontento ha ritenuto di contribuire all'abbattimento dei canoni, intervenendo con propri fondi. Questa partecipazione alla spesa avverrà per un 50% nel primo anno e un 40% per il secondo, in seguito dipenderà dai ricavi negli affitti delle mense ferroviarie: introiti indirizzati a mantenere tale finalità contributiva. È del tutto evidente che quest'intervento, a soccorso, attenua la primitiva portata del provvedimento: che rimane pur sempre, alla distanza, non facilmente superabile.

È certo che nel nuovo contesto, dove le disponibilità economiche si andranno, purtroppo, ad affievolire, le ripercussioni non lasceranno immuni le attività.

Il Consiglio Direttivo del DLF di Rimini ha reagito, per quanto possibile, alla nuova realtà impostando il preventivo 2004 con indicazioni che fanno leva da un lato all'incremento delle entrate e dall'altro al contenimento e alla razionalizzazione delle spese.

Sarà inoltre da valutare, con le cautele del caso, la possibilità affacciata, anche sui giornali cittadini, dal socio Giorgio Grossi (Consigliere Comunale) d'inserirci nella trattativa in corso fra il Comune e RFI riguardo le aree DLF per cercare di ottenere, come parte in causa, vantaggi d'ordine economico.

Per superare questo stato di crisi incombente diventa necessario incrementare e inseguire altre fonti di reddito, che consentano un sereno operare; altrimenti diventerà difficile far quadrare i conti e nello stesso tempo reclutare, selezionare, soggetti volontari che si rendano disponibili a ricoprire incarichi dirigenti e di responsabilità nell'ambito dell'Associazione anche perché, in caso di gestioni in perdita, gli stessi saranno chiamati personalmente a rifondere.

Si sappia comunque, se questo può confortare, che in anni d'oculata e attenta amministrazione, fatto infrequente nel panorama delle Associazioni, il DLF di Rimini ha saputo sapientemente accantonare risorse che potrebbero, se necessario, tornare utili per ogni evenienza; patrimonio costituito, fra l'altro, dall'osservatorio astronomico di Montegrimano e da un discreto fondo di riserva.

Giovanni Vannini