PROVIAMO A PARLARNE

Rimini, la nostra città, l'Emilia-Romagna, la nostra regione, sono due realtà che si fondono, dove, a mio parere, si vive dignitosamente bene. Pochi giorni fa è uscita sui notiziari nazionali una statistica sul tenore di vita dei cittadini, viene confermato quanto sopra detto.

Nella città di Rimini sono presenti vari CRAL, Società sportive, ritrovi per anziani, ma direi anche una grande Associazione quale il DLF.
Perché Associazione? Quale la differenza con un CRAL?
L'Associazione è aperta a tutti i cittadini che ne vogliono fare parte e che ne condividono le finalità e lo spirito aggregativo, con attenzione a tutti, ma in particolare ai fondatori dell'Associazione, cioé i ferrovieri in servizio ed in pensione.

Un modo moderno di rivolgersi a tutti, ritrovo, gruppi sportivi e culturali, ospitalità e quanto può servire al Socio nel suo tempo libero. Insomma ospitalità. Ora provo ad approfondire questo argomento, certamente con il mio pensiero e modo di ragionare, consapevole di non avere la certezza su tutto, ma di volerne parlare.

Il Socio è la parte fondamentale dell'Associazione, le sue richieste, le sue pretese debbono essere sempre prese in considerazione e discusse, ciò non significa che in ogni caso abbia ragione, ma proprio per questo si deve dialogare e discutere.
Il Consigliere deve recepire questa esigenza/necessità, la disponibilità al dialogo e il sorriso sono fondamentali.

Per lo stesso motivo, e forse a maggior ragione, tutti quelli che operano all'interno del DLF debbono mettere a disposizione del Socio queste peculiarità: disponibilità, sorriso, pazienza nell'ascoltare. La Direzione del DLF con i suoi dipendenti, il bar, la mensa, ecc.
Insomma quando si entra in un locale del DLF, ci si deve sentire come a casa propria, anzi, se ciò è possibile, anche meglio, questo deve valere per il giovane e, soprattutto per l'anziano.

Un'altra considerazione, questa mi scaturisce da un giro fatto nei vari ritrovi: quartieri, sempre giovani, ecc., ed anche in tempi non proprio recenti. Nel 1971, trasferito da Milano a Bologna, venivo inviato in servizio a Ravenna, arrivato vado a prendere un caffé al bar del DLF, mi guardo attorno, sala da gioco delle carte e, con meraviglia, fra i giocatori ci sono alcune donne.
Oggi nei ritrovi di quartiere, sempre giovani ed altri, molta è la presenza femminile, non così al DLF. Perché? La Sede è in un punto strategico della città, comoda nei servizi, nei parcheggi, nei locali, nell'ospitalità, ma non c'è la presenza femminile.
Siamo maschilisti? Poco aperti al dialogo con il gentil-sesso?

Non so dare una risposta, ma così come avviene per le feste estive, per il tennis e poco altro, mi piacerebbe che anche le varie sale da gioco, di lettura, di passatempo e, perché no, anche il gioco delle bocce che, a mio parere, per la sua grazia si presta bene alle donne, fossero frequentate da queste ultime, che suggerissero e discutessero le loro aspirazioni. Io credo che tutti i Soci ne sarebbero lieti.
La vita, ormai in tutti i sensi, non è una priorità dell'essere maschile, ma è uguale per tutti.

Un'ultima considerazione sulla partecipazione e presenza al DLF, i giovani, la forza futura della vita e quindi anche del DLF. Ritengo che verso i giovani, così come verso le donne, il DLF si deve presentare meglio e di più, non solo nelle strutture, ma nel dialogo con queste persone. Ognuno di noi può fare qualche cosa in questo senso. Chissà cosa ci riserverà il futuro, forse avremo un Consiglio di donne e giovani? Ben venga, senza nulla togliere ai meriti di chi oggi, con passione, competenza ed abnegazione, dirige il DLF.

Ora, mio malgrado, sono costretto a fare un appunto su questo mio scritto: un quotidiano locale, nell'edizione del 12 dicembre, riportava un articolo a caratteri cubitali: "IL DLF A RISCHIO DI CHIUSURA", mi sembra uno titolo catastrofico, credo che non sia così, certo canone d'affitto esorbitante, pagamento delle utenze, ecc. sono lì, ma i 4000 Soci, la dirigenza, ed i simpatizzanti sapranno trovare quella strada atta a far sì che l'Associazione viva, ma non solo, PROGREDISCA.

Per fare ciò occorre la massima partecipazione dei Soci, che vengano essi resi sempre più partecipi della vita del DLF, ma anche i Consiglieri siano più presenti all'interno del Sodalizio stesso.
Certi scritti, certi pensieri legittimi, ma buttati lì in mezzo a tutti, portano tristezza e, a mio parere, non servono ad una discussione serena ed approfondita.
Così come il troppo ottimismo è da evitare, anche il catastrofismo non è positivo.

Adriano Montanari