DIORAMI E PLASTICI FERROVIARI

Per noi, che da tempo traffichiamo coi modelli ferroviari, i due termini sono elementari ed immediati ma il buon Pasquale Mazza mi ha fatto venire in mente che non è per tutti così elementare. Se si guarda un dizionario si trovano le definizioni classiche dei due termini e, bene o male, si arriva a capirne la differenza, ma nel modellismo ferroviario essi hanno preso un significato molto preciso, differente da quelli menzionati nei dizionari. Infatti i due termini sono, nella lingua italiana, due sinonimi o quasi, usati nei confronti di una riproduzione in scala; nel modellismo ferroviario, invece, acquistano una notevole differenza. Il diorama è una rappresentazione della realtà, in scala ridotta o meno, e lo resta anche nel nostro campo; il significato particolare che noi diamo a questo termine è riferito quasi sempre ad un senso espositivo o di fondale per fotografie, che si traduce in un contesto di ridotte dimensioni, spesso esposto in una vetrina, sul quale sono ambientati i modelli che, grazie alla riproduzione dettagliata di un paesaggio, guadagnano dignità ed immagine. Il plastico ha invece la funzione di permettere il transito ed il movimento dei convogli, la composizione e la scomposizione di treni, la rappresentazione dinamica di un tratto di linea, di fantasia o ispirata alla realtà, come nel caso del grande plastico realizzato a Prato dalla locale Associazione Dopolavoro Ferroviario riproducente una tratta della Direttissima fra Vernio e Vaiano, realizzato con accuratezza di particolari e con adeguate dimensioni in scala in una stanza di ben 20 x 8 metri, dove vi può essere riprodotto tutto il traffico giornaliero della linea reale, con le relative manovre nelle stazioni e con le stesse cadenze orarie, dove i convogli circolano con composizioni del tutto simili a quelle vere e dove i particolari sono esattamente riprodotti. Naturalmente, vista la notevole dimensione del plastico, la sua conformazione che spesso si adatta a quella della stanza in cui è collocato, la sua delicatezza e complessità costruttiva ed impiantistica, esso nasce e muore dentro una stanza, senza poter essere trasferito, trasportato o sezionato. Alle esposizioni, normalmente, si portano i diorami, concepiti proprio per essere trasportati, maneggiati ed esposti. Noi stiamo provando a costruire un plastico, di notevoli dimensioni, che possa essere suddiviso e trasportato alle esposizioni e, vi garantisco, non è un compito facile, giacché il decimo di millimetro è l'unità di misura delle tolleranze di montaggio. Per il momento portiamo a spasso un piccolo impianto sul quale ci divertiamo a fare esperimenti, quello che avete potuto ammirare alle feste del Dopolavoro Ferroviario di Rimini.

Luca Balducci