BREVE STORIA DEL CINEMA SETTEBELLO

Durante la seconda guerra mondiale devastanti bombardamenti aerei cancellarono quasi tutti i fabbricati presenti nell'area della stazione ferroviaria e zone limitrofe, compresa quella occupata dal Dopolavoro Ferroviario. Andò così irrimediabilmente perduto un cinema teatro, molto noto e frequentato nella città dell'anteguerra.
Negli anni a venire, i Soci cullarono a lungo con nostalgia il ricordo ed inseguirono la speranza della ricostruzione, fino a quando, a metà degli anni sessanta, non maturarono le condizioni favorevoli. Queste grazie all'interessamento ed alla pervicacia del Consiglio Direttivo dell'epoca, allora presieduto dal Rag. Sergio Spina, che ottenne, dal Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione Civile, un prestito complessivo di Lire 80.280.000, in due fasi negli anni 1966 e 1969, per la realizzazione di un cinema provvisto d'ampio parcheggio. Il prestito venne poi, a rate, restituito. L'area in cui sorse corrispondeva a quella occupata, prima delle distruzioni operate dagli avvenimenti bellici, dalle Officine Locomotive di Via Roma.
La Divisione Lavori FS di Bologna provvide all'appalto per l'esecuzione dell'opera con la costruzione dell'edificio che, una volta ultimato, fu consegnato al nostro DLF il 28 Giugno 1970.
Il cinema di prestigio che ne risultò primeggiò senza rivali fra le altre sale presenti nel comune. Da parte loro i Soci appoggiarono le varie fasi dell'operazione, dimostrando il loro pieno consenso. Soci che, fra l'altro, usufruirono, per accedervi, di un prezzo particolarmente ridotto. Di questa nuova e non indifferente fonte di reddito si avvalsero, per alcuni anni, anche le casse del DLF. Si poterono destinare così risorse per varie iniziative e realizzazioni: come ad esempio la palazzina uffici. Questa fase favorevole non durò a lungo. I margini d'utile della gestione si fecero in seguito sempre più esigui. Il Consiglio Direttivo si trovò presto aspramente diviso sul da farsi e sull'opportunità di appaltare o meno il cinema. La questione si risolse di lì a poco. Nel 1975, con un referendum consultivo indetto fra i soci, si affermò la posizione che perorava il proseguimento della conduzione diretta.
Si protrasse così la gestione, con provvedimenti che razionalizzavano gli organici, con tempi ridotti d'apertura, solo serale e festivi, con chiusura nel periodo estivo, fra alterne fortune, fino al 1989. In quegli anni imperava una crisi generale del cinema, che sembrava irreversibile. Per avere degli spazi sul mercato l'unica soluzione, era disporre dei cosiddetti "film da cassetta", condizione questa ricercata e ambita da tutti i gestori, ma che i distributori assegnavano a loro discrezione secondo convenienza. Aveva nel settore peso contrattuale nei confronti dei distributori chi poteva disporre di più sale, con maggior peso se addirittura poste in più città.
Nel tempo, quando le condizioni per restare sul mercato diventarono decisamente insostenibili, con una resa in passivo, si decise di affidare in locazione il cinema con gara d'appalto, condizionandolo al mantenimento delle facilitazioni sul prezzo d'ingresso per i soci, con garanzie di fruibilità saltuaria per il DLF. Si aggiudicò la gara una società che allora gestiva altre diciassette sale. Con questa soluzione, il cinema ritornava ad essere la principale voce d'introito per il DLF e permetteva più in generale il rilancio dell'Associazione.
Non mancarono nel corso degli anni interventi alla sala, sia di restauro sia di ristrutturazione e rifacimento degli arredi per adeguarli alla normativa in vigore e contemporaneamente rendere i locali sempre più funzionali.
L'ultima opera di rilievo, per rendere più competitivo il cinema, risale al 1995 con la modifica in multisala, (due sale invece di una). L'intervento più vicino risale al 1999, con l'installazione dell'impianto di condizionamento nei locali che ne risultavano privi.
Il Consiglio Direttivo di questa Associazione DLF, considerata tale struttura funzionale e indispensabile allo svolgimento delle proprie attività, già in data 27 Luglio 1999 avanzò richiesta alla Società Metropolis, gestore del patrimonio FS, di acquisire definitivamente l'immobile, segnalando gli investimenti effettuati e le valorizzazioni apportate negli anni. Fecero seguito numerosi solleciti, rimasti senza risposta.
Viceversa pervenne, nella primavera dello scorso anno, dalla società Metropolis prima la richiesta dei contratti d'affitto in vigore, poi quella di un canone di locazione, con decorrenza dal 1° Luglio 2000 che, fra l'altro, andava oltre quanto da noi percepito, con l'aggravio d'oneri suppletivi e clausole "vessatorie". Tale richiesta, rifacendoci anche ad accordi nazionali di tutela sottoscritti fra OO.SS. e FS, fu respinta. La situazione è rimasta da allora congelata, come altre analoghe richieste di altre Associazioni DLF, in tutta Italia.

Giovanni Vannini